INGIUSTIZIA SUBITA

INGIUSTIZIA SUBITA

Spesso viene usata la metafora della pagina bianca per rappresentare le infinite possibilità che ci offre la vita nel momento in cui nasciamo. Sta a noi decidere cosa scrivere nel nostro libro, quali colori utilizzare, quando girare una pagina o decidere di rimanere a godercene una particolarmente piacevole. Non sempre però è così. A volte qualcuno lascia segni indelebili sul nostro libro e, se ciò accade nei suoi primi capitoli, può essere difficile riuscire a voltare pagina e andare avanti.

Non sono pochi gli adulti, più o meno giovani, che ancora oggi soffrono per episodi, tensioni e drammi vissuti durante l’età infantile. I bambini infatti sono per definizione i soggetti più indifesi e vulnerabili: ferite ricevute o ingiustizie di cui si è fatta esperienza in tenera età possono influire pesantemente sulle nostre aspettative nei confronti della vita e sulle nostre scelte nelle relazioni con gli altri. Fortunatamente così come si possono cancellare le parole scritte su una pagina bianca, è possibile anche eliminare ciò che ci ha fatto soffrire, ha indurito il nostro cuore e ancora oggi continua a manifestarsi sotto diverse forme, da possibili disturbi fisici e comportamentali a rigidità affettive e chiusure.

Per riuscire a liberarsi di un evento passato che ci ha ferito portandoci a diventare persone diverse da quelle che avremmo potuto essere occorre fare un percorso di conoscenza di sé e del nostro essere, isolare ciò che ci ha fatto soffrire nella sua oggettività e imparare a guardarlo per quello che è e non più per quello che ci ha fatto. Non è semplice, ma è possibile e a nessuno è preclusa l’opportunità di riuscirci. Diventa necessario togliere le maschere che – volontariamente o senza neppure accorgercene – abbiamo deciso di indossare per difenderci, accettando il fatto che anche noi stessi possiamo rivelarci sotto una luce nuova. Le tecniche perché ciò accada sono diverse e la scelta di quale applicare sarà dettata dall’ascolto profondo dell’evento traumatico alla base dello stato di malessere